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giovedì 5 giugno 2014

César Vallejo

César Vallejo.

L'opera di Vallejo oltre che fra le maggiori espresse dall'America ispanica, ci appare come una di quelle più proiettate verso il futuro.ormai da decenni , essa è un riferimento imprescindibile per ogni poeta di lingua spagnola.     Antonio Melis




 Gli araldi neri

Ci sono colpi nella vita, così forti… Io non so!
Colpi come dell’odio di Dio, quasi dinanzi a loro
la risacca di quanto si è sofferto
facesse pozza nell’anima… Io non so!
Sono pochi, ma sono… Aprono solchi oscuri
sul volto più gagliardo, sulla schiena più forte.
Sono forse i corsieri di Attila barbarici
o i neri messaggeri che ci manda la Morte.
Son dei cristi dell’anima le cadute profonde,
di una fede adorabile che il Destino bestemmia.
Quei colpi sanguinosi sono lo scoppiettio
di un pane che ci brucia sulla bocca del forno.
E l’uomo…Povero…povero! Gira i suoi occhi, come
quando sopra la spalla una mano ci chiama;
gira i suoi occhi folli e tutta la sua vita
fa pozza, come un fango di colpa, nello sguardo.
Ci sono colpi nella vita, così forti…Io non so!



domenica 19 gennaio 2014

Jimenez, Platero e io





Due sono i protagonisti di quest'opera: il poeta e il suo asino e, come sfondo, il leggendario paesaggio dell'Andalusia. E' un libro dolcissimo, pieno di colori e di luci; un'elegia leggera, che narra la storia dell'amicizia, della solidarietà fra l'uomo e l'animale, compagni di viaggi, scorrerie, ricordi, riflessioni; una favola, si, ma come dice Carlo Bo nella prefazione, "una favola che si nutre  soltanto e specialmente di realtà e di conoscenza dell'uomo..., di cui l'asino Platero resta il simbolo per eccellenza, così vero così rassicurante". Un piccolo libro dove l'allegria e la tristezza sono gemelle, come le orecchie di Platero".  Un libro per i ragazzi, ma anche per chi ragazzo non lo è più e vuole tuffarsi nella genuinità dei sentimenti e in un linguaggio poetico avvolgente e di alta qualità.

sabato 31 agosto 2013

Arvo Paart



Pärt, o Paart Arvo (Paide, 11 settembre 1935), è un compositore estone di musica contemporanea legato al minimalismo.Dopo gli esordi, in cui il suo linguaggio utilizzava tecniche come la dodecafonia ed il collage, fu coniato proprio per la sua musica il termine di minimalismo sacro, di cui è un riconosciuto esponente assieme ad autori come Henryk Górecki e John Tavener. È un compositore apprezzato soprattutto per la semplicità dell'ascolto e la trasparenza emotiva delle sue opere.

 http://it.wikipedia.org/wiki/Arvo_P%C3%A4rt

Ascolti: Spiegel im Spiegel    De pacem domine      Cantus in memory of Benjamin Britten

lunedì 19 agosto 2013

Luigi Dallapiccola



Treccani, l'enciclopedia italiana

Dallapìccola, Luigi

Enciclopedie on line
Dallapìccola, Luigi. - Musicista italiano (Pisino, Istria, 1904 - Firenze 1975). Fu tra i primi in Italia ad accostarsi alla dodecafonia, che assimilò in maniera personale per la prima volta nel Divertimento in quattro esercizi (1934) e poi esplorando vari generi, dai canti per coro e orchestra all'opera, dalla musica strumentale al balletto, dalla sacra rappresentazione alla sua ultima composizione, Commiato (1972). Artista di grande impegno civile, le sue opere sono spesso connotate dal sentimento ossessivo della presenza del male, ma anche dalla possibilità della ribellione e del riscatto
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http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Dallapiccola


Ascolti:           quaderno musicale di Annalibera      Piccola musica notturna         Tartiniana



mercoledì 14 agosto 2013

Compositori contemporanei: Aldo Clementi



Aldo Clementi  (Catania, 25 maggio 1925 – Roma, 3 marzo 2011) è stato un compositore italiano. Dopo un primo periodo, corrispondente agli anni di studio, in cui il suo spirito era già vicino a quello della Seconda scuola di Vienna, Clementi si avvicina allo strutturalismo nella seconda metà degli anni cinquanta, nel momento in cui frequenterà i famosi corsi a Darmstadt. La sua vicinanza ad ambienti artistico-pittorici quali il gruppo Forma 1, ad artisti quali Piero Dorazio, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo ed altri, è emblematica del suo interesse verso le arti visive, il quale sarà di estrema importanza negli anni a venire. Quasi a voler creare un corrispettivo dell'arte informale, negli anni sessanta Clementi produce opere quali gli Informel, le due Varianti ed i Reticoli, brani dove il denso contrappunto cromatico (nella Variante A utilizza addirittura 144 parti reali) viene a costituire una sorta di continuum multistrato, in cui ogni singola voce viene annullata, affogata in una grande macchia sonora la cui texture è in continuo movimento; per questi motivi il linguaggio musicale di Clementi è spesso stato messo in rapporto con i dripping di Jackson Pollock, o i mobiles di Alexander Calder.Successivamente, già dagli anni settanta Clementi evolverà il suo linguaggio utilizzando materiali sempre più diatonici, spesso provenienti da opere del passato (si veda anche l'uso frequente del tema BACH, o di melodie di corali), e sempre maggiore attenzione sarà posta nei riguardi delle verticalità armoniche.Tipico della produzione matura è l'uso costante del rallentando applicato alle ripetizioni cicliche di uno stesso materiale, quasi a voler fare una sorta di "ingrandimento" progressivo degli artifici contrappuntistici, palesandone in modo più esplicito il loro intrinseco funzionamento.
http://it.wikipedia.org/wiki/Aldo_Clementi
intervista a Aldo Clementi

Ascolti:           Cantabile        otto variazioni per chitarra     Vertigo 
                        Lamento in memoriam di Franco Pennisi

lunedì 8 aprile 2013

Remo Bodei: La vita delle cose

Bodei segue la distinzione tra oggetti e cose: L'oggetto è l'ostacolo che ci si pone davanti, la cosa (da causa) è l'essenza; è l'oggetto investito di un valore soggettivo (soggettivazione dell'oggetto). Il valore soggettivo  è dato dagli affetti e dai simboli che individui, società e storia proiettano sull'oggetto trasformandolo in cosa e distinguendolo dalle merci. Gli oggetti investiti si caricano di significati che si mescolano a quelli delle persone che li hanno utilizzati e amati. Oggetti e persone così vengono a formare una sorta di unità che si lascia smembrare a fatica. In questo modo gli oggetti ci parlano, quelli rinvenuti dopo tempo manifestano sia le tracce dei processi naturali e sociali che li hanno prodotti sia le idee, i pregiudizi, le inclinazioni e i gusti di un'intera società. Per completare la visuale dell'oggetto che non ci è mai data completa, ricorriamo sempre alla memoria e all'immaginazione. Le cose innescano in chi le usa o le contempla un susseguirsi di rimandi, che sgorgano da loro come da un'inestinguabile sorgente di donazione di senso. Rimandi non lineari ma protusioni e ritenzioni, oscillazioni, mutamenti che come variazioni su un tema non annullano il tema stesso ma lo arricchiscono di senso e con esso si arrichisce anche chi li crea. Nei tempi odierni si va perdendo la trasformazione da oggetto a cosa in quanto viene a mancare la caratteristica di durevolezza: l'oggetto viene rapidamente sostituito da un'altro nuovo. Anche il fatto che le materie sono in gran parte artificiali va  a spezzare quel legame tra natura e oggetto. Il consumismo per far vivere se stesso deve distruggere ciò che è durevole. Così l'oggetto, a causa della voracità del consumo, non partecipa più alla costruzione dell'individualità, estinguendosi l'impulso di educarsi al meglio e vivendo nell'assenza di riflessione. 
Il consumismo non è l'esaltazione dell'oggetto ma la sua uccisione. L'arte è il veicolo privilegiato per trasformare gli oggetti in cose e si colloca in quella zona insituabile in cui il desiderio cognitivo e affettivo trova il suo più intenso appagamento, in quello spazio simbolico in cui non siamo mai stati ma che ci sembra di conoscere da sempre, quasi fosse un intero paese straniero, perduto e a volte riconquistato. Da ogni cosa, cosiderata con simpatetica attenzione, possono allora diramarsi differenti percorsi di curiosità ( = da cura, volontà di sapere) e ricerca.